Io non mi fido di voi, per questo voglio DEREGOLAMENTAZIONE
– se sono una fondazione o associazione culturale voglio poter emettere biglietti autonomamente e senza pagare tasse (sotto una cifra totale comunque alta)
– voglio la defiscalizzazzione degli introiti della produzione culturale, tutta, anche se per voi non sembra cultura, se e’ scritta, fatta con le mani, fatta da chi la fa e pagata da qualcuno che la vuole non serve il vostro giudizio di burocrati. Siete voi che non servite a un cazzo. Dall’Hip Hop al graffito, dal trio d’archi al poeta di strada all’opera.
– voglio una regolamentazione decente dell’accesso a spazi pubblici che permetta alle associazioni culturali di usufruirne in modo semplice e con regole di semplice buonsenso, a posteriori e non a priori
– voglio poter vendere vino durante eventi culturali senza tasse e gabelle
– voglio la fine delle sponsorizzazioni per spettacoli pagati da soldi pubblici, deve essere ILLEGALE vendere due volte il prodotto culturale
– voglio la chiusura della SIAE e di strumenti affini di controllo sociale mascherato da “diritto d’autore”.
– voglio la fine di strumenti obsoleti e burocratici di rappresentanza degli “artisti”, dell’EMPALS dell’accademia, dell’ordine eccetera; possono essere sostituiti da meccanismi trasparenti di mutuo soccorso interamente ridisegnati per essere attivi nel XXI secolo.
– voglio che a sentire parlare di industria culturale la gente si incazzi a morte, la cultura non è un’industria, così come lo spirito non è il corpo, la cultura e’ l’anima di un paese e non si valuta nel denaro che produce (per poche tasche corrotte)
– voglio un ministero dell’arte VUOTO, i fondi per gli stipendi di chi lavora nell’industria culturale passati alla produzione di ogni tipo di arte e assessori e burocrati se proprio necessari (ovvero non sostituibili da figure professionali legate alla compagnia che produce) mess, loro si, a contratto CO.CO.CO.
– che i fondi per l’arte vadano al 90% a chi la fa e solo il 10% alla struttura che la ospita
– voglio una categoria protetta ma fluida di chi ha imparato e chi insegna, che l’arte serve a essere persone decenti, e una fluida e rispettata categoria di BELVE che SBRANANO il tempo presente e il suo Zeitgeist, e che la gente teme perche’ sono GLI ARTISTI, e non hanno paura di niente e nessuno
– vorrei e che la gente quando passo sia SPAVENTATA
– e ancor di più io il primo a spaventarmi se passa un ARTISTA
– cooperativismo e trasparenza anziché compagnie e direttori artistici
– NON è UN LAVORO perché non esiste solo il LAVORO, è piu’ del lavoro, è altro del lavoro, non si può essere anticapitalisti e continuare pero’ a misurarti sui soldi, sulla micragna e i soldi, che non vedi mai.
fredd