È il “domani” – in arabo ghadaan – il tema scelto per la 18esima edizione, dal 24 luglio al 3 agosto, dell’Horcynus Festival di Capo Peloro, a Messina.
Una preview lunga 60 minuti quella che si è consumata oggi ai microfoni di Radio Antidoto in diretta dal Parco Horcynus Orca per darvi giusto qualche anticipazione sull’Horcynus Festival 2020.
Con noi Gaetano Giunta della Fondazione Horcynus Orca e i direttori artistici delle sezioni: teatro, cinema e musica, rispettivamente: Massimo Barilla, Franco Jannuzzi e Giacomo Farina.
Da segnalare assolutamente la perfomance che apre la rassegna: Mondi Fragili di Antonio Catalano, fondatore della compagnia teatrale Casa degli Alfieri e creatore del progetto Universi sensibili.
E se il domani fosse già arrivato?
Ri-ascolta la puntata di #iotrasmettodaletto-special edition qui:
Ci sono molte cose da trasmettere su Radio Antidoto, trame di storie in parte raccolte in questi mesi (5 ne sono passati?) di radiofonica esistenza e tutte quelle che ancora devo accadere.
Una di queste storie succede domani, dalle 16.00, in diretta dal Parco Horcynus Orca per la 18esima edizione dell’Horcynus Festival di Capo Peloro, a Messina, che si terrà dal 24 luglio al 3 agosto.
Il tema scelto – dalla Fondazione Horcynus Orca – per quest’anno è il domani, in arabo ghadaan. E anche stavolta le parole sembrano coincidere con le svariate chiacchierate trasmesse qui. Trovare un pensiero alternativo che possa contrastare la globalizzazione e possa trovare le giuste soluzioni al cambiamento climatico.
Anche quest’anno tre le sezioni della rassegna: musica, cinema e teatro ma di questo vi racconteremo domani in diretta. Super top
Puntata speciale di #iotrasmettodaletto in compagnia di Francesco Certo (Corner Messina) e Alessio Caspanello (LetteraEmme).
Insieme ai due giornalisti messinesi si discute di come è cambiata l’informazione dopo l’emergenza virus, della classifica mondiale della libertà di stampa e di altre cose, moltissime cose.
Hunter Stockton Thompson – ha dato vita al gonzo journalism
Durante la quarantena, avevo sul comodino “ZonaCammarata – Maregrosso. Messina: paesaggi retroattivi, processi sociali” (Linaria edizioni). Lo osservavo ma non lo aprivo e mi dicevo: dovrei sentire Pierpas.
Sono passati 3 mesi e il destino folle ha voluto che adesso si tornasse a parlare del Cavalier Cammarata e della sua casa a Maregrosso. Occasione ghiotta per telefonare a Pier Paolo Zampieri e farmi raccontare un po’ di cose su questo posto incredibile nella zona sud di Messina.
L’ospite di oggi di #iotrasmettodaletto è Umberto Parlagreco, impresario cinematografico di Messina che ci racconta della riapertura della Multisala Iris, il primo cinema di Messina che riapre le porte al pubblico.
Con Umberto parliamo anche di come dovrebbe essere il cinema del futuro tra sale e streaming e del progetto Lasci per sostenere il cinema indipendente italiano.
Il grosso cuore della tigre è il primo episodio de I Fotodrammi, progetto ideato e scritto da Simone Corso, con le fotografie di Francesco Algeri, la voce di Maurizio Puglisi e le musiche di Patrick Fisichella.
I Fotodrammi sono una sorta di ibrido tra il radiodramma e un racconto audiovisivo. Su YouTube la versione con le immagini.
Qui l’episodio completo e l’intervista al drammaturgo e regista Simone Corso:
Come suggerisce Pietro Leveratto nel suo “Con la musica – Note e storie per la vita quotidiana”, esistono musiche e situazioni che – se messe insieme – creano l’amtosfera giusta.
Così, ho scelto un paio di termini – i più aderenti all’attuale situazione di perplessità/incertezze/scazzi – da poter condividere insieme agli amici di Radio Antidoto.
Per ogni termine un suono, per ogni suono uno stato d’animo.
Agorafobia
Come spiega bene il Leveratto l’agorafobia è quel timore ossessivo che coglie nell’attraversare una piazza o un vasto luogo aperto. Per l’agorafobia il suono giusto sembra essere quello di Living Room. L’esperimento sonoro composto – nel 1940 – da John Cage è un quartetto per strumenti non specificati ma tutti reperibili a casa:
Avere le visioni
Se avete le visioni, tranquilli, va tutto bene. Immaginare cose o persone in tempi di crisi è normale quanto uscire di casa con una mascherina in faccia. Chissà cosa avrebbe detto di noi Hildegard Von Bigen, proclamata dottore della Chiesa. Lei che fu poetessa, medico, teologa, naturalista ma soprattutto visionaria. Il suo Ordo Virtutum è considerato il primo dramma musicale. Ovviamente, ci ascoltiamo Vision:
Baciarsi
La lettura di Leveratto è propria azzeccata al tempo. E poi dite che il destino non esiste. Ad ogni modo, quanto vi mancano delle labbra che premano con passione contro le vostre? Se la risposta è parecchio, mettete su A Kiss in the Dark, cantata nel 1923 da Amelita Galli-Gurci e scritta da Victor Herbert:
Claustrofobia
Se anche voi state per spaccarvi la testa a metà o soffrite intensamente gli spazi chiusi, ascoltate Alvin Lucier. No, non è un rimedio, è un fottuto viaggio nell’enfatizzazione della musica. Sto parlando di I am sitting in a room – del 1969 – uno dei suoi brani più celebri: