Abbiamo ascoltato la favola di Pinocchio quando eravamo piccoli. Se siamo stati fortunati abbiamo letto la storia di Giona quando eravamo sulla strada. Se stiamo stati appassionati, quella di Moby Dick quando eravamo in lotta. Ma abbiamo mai ascoltato cosa hanno da dire le balene? O forse sarebbe meglio dire cosa cantano?
Un insieme affascinante di grugniti, grida, lamenti e mugolii combinati in sequenze ripetute comprensibili a componenti di uno stesso gruppo di balene. Un insieme di suoni uguali per un intero anno , per poi rinnovarsi, cambiare e suonare una nuova melodia.
Si cercano il contatto tra loro e si muovono soavemente in superficie per poi sparire nella profondità del blu.
I subacquei che gli si avvicinano, hanno come la sensazione di “essere immersi nel suono di un organo a canne ” per l’intensità del loro canto.
Forse ci assomigliano più di quanto crediamo.
Questi animali sono stati da sempre cacciati dalle flotte baleniere per via dei prodotti che se ne possono ricavare. Nonostante la moratoria redatta dalla Commissione Baleniera Internazionale (IWC) che ne vieta la caccia, l’attività è diminuita ma non cessata del tutto. Oggi la principale minaccia è però legata alla cattura accidentale nelle reti da pesca (bycatch).
Il WWF infine sostiene l’istituzione di queste grandi aree protette, come il Santuario delle balene proclamato nel 1994 nell’emisfero australe e il Santuario Pelagos del Mar Ligure proclamato dai governi di Italia, Francia e Principato di Monaco nel 1999.
Più recentemente il WWF Italia ha chiesto di istituire un santuario isole attorno alle Isole Pelagie (Lampedusa e Lampione), dove si è scoperta un’importante area di nutrizione per la balenottera comune.
Il 15 febbraio si celebra la Giornata mondiale delle balene.