Dizionario musicale

Come suggerisce Pietro Leveratto nel suo “Con la musica – Note e storie per la vita quotidiana”, esistono musiche e situazioni che – se messe insieme – creano l’amtosfera giusta.

Così, ho scelto un paio di termini – i più aderenti all’attuale situazione di perplessità/incertezze/scazzi – da poter condividere insieme agli amici di Radio Antidoto.

Per ogni termine un suono, per ogni suono uno stato d’animo.

Agorafobia

Come spiega bene il Leveratto l’agorafobia è quel timore ossessivo che coglie nell’attraversare una piazza o un vasto luogo aperto. Per l’agorafobia il suono giusto sembra essere quello di Living Room. L’esperimento sonoro composto – nel 1940 – da John Cage è un quartetto per strumenti non specificati ma tutti reperibili a casa:

Avere le visioni

Se avete le visioni, tranquilli, va tutto bene. Immaginare cose o persone in tempi di crisi è normale quanto uscire di casa con una mascherina in faccia. Chissà cosa avrebbe detto di noi Hildegard Von Bigen, proclamata dottore della Chiesa. Lei che fu poetessa, medico, teologa, naturalista ma soprattutto visionaria. Il suo Ordo Virtutum è considerato il primo dramma musicale. Ovviamente, ci ascoltiamo Vision:

Baciarsi

La lettura di Leveratto è propria azzeccata al tempo. E poi dite che il destino non esiste. Ad ogni modo, quanto vi mancano delle labbra che premano con passione contro le vostre? Se la risposta è parecchio, mettete su A Kiss in the Dark, cantata nel 1923 da Amelita Galli-Gurci e scritta da Victor Herbert:

Claustrofobia

Se anche voi state per spaccarvi la testa a metà o soffrite intensamente gli spazi chiusi, ascoltate Alvin Lucier. No, non è un rimedio, è un fottuto viaggio nell’enfatizzazione della musica. Sto parlando di I am sitting in a room – del 1969 – uno dei suoi brani più celebri:

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