Come abbiamo fatto partire questa radio è un esempio di non-organizzazione. Il modello che abbiamo usato è quello già da noi esplorato con Trasformatorio. Non è particolarmente complesso ma è molto potente.
Innanzitutto ci vuole la motivazione. E questa c’era. Un nucleo di persone con un certo livello di trust l’uno negli altri e una voglia di creare assieme e il tempo per farlo.
Poi il modello è quello della non-organizzazione. Sembra uno scherzo ma non lo è. È una pratica diffusa più di quanto si creda e persino teorizzata in molti ambiti (vedi in nota):
- arrivare il prima possibile a un prototipo funzionante: la prima trasmissione radio, anche se con mezzi di fortuna, il filato della “performance” con il materiale della prima prova e un disegno minimo ma funzionante il prima possibile;
- un pad di programmazione in cui è richiesto a chi partecipa di inscrivere il suo programma “prendendo il suo slot”, il pad vale solo oggi e domani, per prendere lo slot devi guardarlo e aggiornarlo da te;
- il pad serve per tenere informazioni scoperte via via e utili agli altri;
- la struttura tecnica minima (il server, le onde) da semplificare al massimo.
Segue poi una fase di assestamento più o meno lunga in cui è necessario fare attenzione a:
- condivisione immediata dell’informazione senza struttura gerarchica (lasciando che si formino gruppi, circuiti preferenziali, spazio per il caso);
- lasciare esplodere i piccoli conflitti per trovare soluzioni ad hoc di pacificazione dei medesimi e imparare a gestirli;
- attenzione al flusso creativo che va permesso sempre e non ai ruoli che vanno tenuti fluidi facendo attenzione non si sclerotizzino;
- stabilizzare con l’uso una piattaforma di comunicazione interna rapida (nel nostro caso Telegram Backstage);
- trovare una piattaforma di comunicazione esterna (Shoutbox, Telegram Ascoltatori), si formano naturalmente tre gruppi dinamici, ascoltatore puro, ascoltatore partecipante e “old ones”. Cercare di mantenere permeabili questi tre ambiti è una delle cose che ho imparato su progetti più lunghi.
Alcune cose che ho notato nel tempo
- Bisogna lasciar morire i rami secchi se ce ne sono, favorire gli entusiasmi sempre, trovare spazio continuamente a chi ne necessita, ogni tanto aumentare il caos;
- all’inizio lo abbiamo fatto con la programmazione aperta, ovvero senza scaletta la domenica, poi è diventata la tecnica dell’incursione libera, ce ne saranno altri di modi per sperimentare e aumentare il caos, sono benvenuti!
- Se sclerotizza aggiungere rumore, se troppo rumoroso semplificare con regole o azioni d’ordine.
- Lasciare che le diversità si esprimano come vogliono.
- Accettare sempre che la situazione possa sfuggire di mano per un momento per creare momenti di auto-organizzazione “a valle” magari inaspettati.
- Nessuna censura sui contenuti, il minimo indispensabile sui comportamenti.
- Discutere sempre ma con un tempo massimo (a feeling, come il sale nelle pietanze).
- Tenere la porta aperta per entrare, uscire, rientrare, la festa è aperta.
- Coltivare spazi per la comunicazione informale, che è difficile soprattutto in quarantena, ma che stiamo diventando bravi a inventare in ogni momento, voi più di me.
- Volersi bene (andrebbe messo al primo posto ma sta bene qui, è un amore modesto).
- Rispettare l’arte cui si appartiene e i propri limiti; lo stretching si fa poco per volta non tutto assieme.
- Imparare è bello, sempre, non si smette mai.
- Insegnare è imparare.
- Alternare il momento dell’azione sul sistema con il momento dell’osservazione senza agire.
- Imparare dall’azione, lasciare agire per imparare dagli altri.
- Dare voce alla propria frustrazione e dubbi ascoltandola senza giudicarsi; fare lo stesso con quelle degli altri.
Per i curiosi: date una guardata alla voce su Wikipedia Unconference.
Come procedere…
- ci siamo detti, dobbiamo fare un assemblea aperta della radio, per parlare di cosa vediamo sta succedendo(ci) e di dove ci sembra stia andando;
- vorremmo sperimentare di più con il mezzo;
- vogliamo continuare a credere che possiamo vivere la festa del secolo quando ci ritroveremo tutte/i dal vivo;
- EE.VV. 🙂
Un abbraccio…
VSV fredd
Grazie per esserti preso la briga (e il tempo) di scrivere questo post, importante momento di memoria storica della radio, dell’esperimento, del momento e di tutti noi.