È una tribù che gioca, quella dell’Hit Ball. Gioca e partecipa. Sono stati con noi Francesco (prezioso coautore), Marco, Manuel e Stefano. Ciascuno ha la propria storia sportiva da raccontare. I racconti delle prime volte, le partite che non dimenticherà mai: l'”epica” di una disciplina che però anche una comunità, un gruppo di persone che danno il loro tempo per coltivare e veder crescere la loro passione. E per ogni gonfiabile che invecchia si lavora per procurarsene uno nuovo. E per un Palahit dove adesso vendono saponi, si lavora ancora di più per tornare un giorno ad avere la propria casa, dove giocare, sbattersi, sudare, e anche festeggiare (i campionati, le lauree…).
Di seguito, la puntata di oggi, una puntata a più voci, più di trenta, nel quale si è parlato di Hit Ball, di sport giovani, poveri o minori, di tutto quello che c’è dietro, di tutto quello che c’è stato, del futuro – e si è fatto anche dal sano trash talking…
Qui di seguito potete i collage realizzati con le voci e i racconti degli e delle hitters:
3 thoughts on “Hit Ball: anche lo sport è un antidoto”