Arte e (r)esitenza

Un pomeriggio di maggio, pieno di sole, un vecchio filosofo saliva a fatica sul sentiero che portava all’acropoli. Le api ronzavano tra miriadi di fiori e il sole brillava caldo in un cielo puntellato da nuvole che correvano veloci verso ponente.


Il filosofo camminava lento, soppesando ogni passo. Dietro di lui il mare, ai suoi fianchi le vigne e gli orti, sopra di lui la massa bianca della città. I contadini al suo passaggio gli rivolgevano saluti benevoli. Uno di loro, col volto duro e abbronzato e il sorriso di un bambino, si offrì di caricarlo sul dorso del suo asino, ma il vecchio declinò l’invito con un saluto.

Salito oltre i due terzi della strada fece sosta vicino ad un fico, per riprendere fiato, seduto su una pietra. Dietro di lui saliva una ragazza, con una pesante brocca sulla testa e la pelle già abbronzata dal sole. I loro sguardi si toccarono. La ragazza si avvicinò piano e porse al filosofo un sorso d’acqua.

A quel punto il vecchio iniziò a parlare.

«La perfezione del bello dipende da tre coincidenze superiori.
Prima di tutto è necessario un soggetto, colui nel quale il bello viene percepito come tale.
Esso è attivo. Sono sue le categorie nelle quali il bello si fa strada per essere percepito; nei soggetti colti esse operano in modo più efficiente. La seconda coincidenza, necessaria, è l’atto.
Esso può essere naturale o artificiale, ovvero comunicazione o proiezione.
Ove esso sia artificiale, come nella pittura o nelle altre arti, diviene struttura di sensi; costruita con arte e fatica per uno scopo: l’essere bella.

Ove invece il bello si presenti come atto naturale, un tramonto, un bel giovane, o un bel cavallo, esso si affida alla proiezione, ovvero al riconoscimento di una affinità tra l’oggetto e la struttura che il bello si è data nell’animo del soggetto percepente.
Infine il bello necessita dell’attimo.

Esso è tensione tra atto esoggetto e non può essere controllato da nessuno: è un dono degli Dei.

Queste tre coincidenze danno la perfezione del bello.

Oggi, la tua offerta, il tuo sorriso, le api, il clima, la natura tutta, cospirando, ci hanno dato la possibilità di sentire il bello nell’atto, e di confermare così ancora una volta, le nostre teorie».

Detto questo il vecchio si alzò, sorrise, diede una carezza alla ragazza e si allontanò, riprendendo con fatica il sentiero, nella luce ormai dorata del pomeriggio.
La ragazza lo guardò allontanarsi, poi volse lo sguardo attorno. Vide il blu del mare, solcato dalle vele, vide le vigne e i fiori, il cielo e le nuvole, la luce dorata.

Sentì il vento sulla pelle e ronzare le api, il profumo dei fiori
il rumore lontano della piazza e il fruscio delle fronde.
Quindi raccolse un sasso e con un colpo secco spaccò la brocca che finì in cento pezzi, spargendo il liquido giù per la china. In un guizzo e una risata la ragazzina corse felice su verso casa, sorpassando di slancio il vecchio che arrancava ancora sul sentiero scosceso.

Author: fredd

Alchemist, enzyme or philosopher by fire, My expertise is creative research, a term without boundaries. I am interested in developing talent mentoring and consulting. Sometimes it involves walking in the woods blindfolded. https://www.linkedin.com/in/federicobonelli/

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