La prima settimana di Radio Antidoto

Da oggi e fino a quando non sarà finita la reclusione, vi parleremo di Radio Antidoto. Ogni domenica (speriamo davvero siano poche) vi racconteremo quello che succede nell’etere, fuori dalle vostre case.

Radio Antidoto non è altro che un progetto di trasmissione radiofonica condivisa da più parti del mondo. C’è chi trasmette da Latina, chi da Amsterdam, chi da Bruxelles e chi da Messina.

Una programmazione in divenire per tentare di fare compagnia agli altri prigionieri, distrarre i pensieri e riderci su. Perché c’è sempre rimedio a tutto, anche al Coronavirus o come lo chiamiamo qui al vairus.

Connettiti

Succede, che in un momento di astinenza dalla vita sociale (quella vera, fatta di incontri e abbracci, per intenderci) che affolla la nostra routine – quasi avendo la meglio su tutto, tutti sentano la necessità di rimanere connessi.

Succede che oggi è uguale a qualsiasi altro giorno della settimana, c’è il sole ma non si esce. Succede che oggi ci si becca su Facebook o su Skype per bere una birra insieme o anche solo per rivedersi, da lontano. Magari per paura di dimenticare gli sguardi, i sorrisi, le voci amiche.

Succede che adesso, privati della nostra libertà, sentiamo di dover essere vicino a qualcosa o a qualcuno. Per avere meno paura, per creare nuove abitudini anche in una situazione contingente come quella che stiamo vivendo.

Oggi, come ieri, restiamo a casa

Siamo fortunati ad essere coloro i quali hanno scoperto finalmente la magia dei social, degli smartphone e di tutto quello che permette di eliminare le distanze?

Beh, probabilmente oggi – ai tempi del Coronavirus – siamo fortunati. Oggi, che è uguale a qualsiasi altro giorno della settimana. Oggi che il sole invita a mettere la giacca e uscire, oggi che come ieri restiamo a casa, siamo fortunati.

Sì siamo fortunati. Abbiamo qualche vantaggio in più rispetto a quelli che vivevano nel 1916 o nel 1944, perché basta davvero poco per rimanere uniti, anche a distanza. Frase che sembra essere diventato un mantra, una preghiera da dire nel cuore della notte quando il silenzio sembra farsi più feroce.

Una radio al giorno leva il medico di torno

C’è un mezzo di comunicazione che si rifà al mantra di cui sopra. Che permette di rimanere vicini anche se lontani. La radio. Fra tutte, adesso: Radio Antitodo. Progetto nato un paio di giorni fa, mentre il Premier Conte dichiarava la quarantena in tutta Italia, mentre l’Oms dichiarava la pandemia.

Un paio di ragazzi – reclusi di tutta Europa, capitanati da Federico Bonelli – trasmettono, ogni giorno da quando questa nuova avventura fantascientifica si è impossessata del nostre vite.

Una radio “anti-social” che ascolta davvero tutti. Una radio per riempire o svuotare la mente (dipende dal vostro stato d’animo), conoscersi, parlare delle ansie che ci pervadono in queste ore buie, che hanno il sapore di una prigionia. Una radio che unisce, sostiene, che ti fa ridere e che ragiona. Una radio che riflette sul nostro tempo, su quello che sta succedendo, partendo proprio dalle percezioni degli speaker. Anche perché possiamo usare solo le nostre personali osservazioni.

Radio Antidoto

Radio Antidoto va in onda su: http://radio.dyne.org/trasformatorio.mp3 ed è fatta da ragazzi che hanno voglia di chiacchierare. Raccontarsi l’ultimo concerto prima della quarantena o dell’ultimo piatto mangiato a casa dalla mamma. Alcuni vivono all’estero ma sono italiani e in questo momento – in questo marzo venefico – vorrebbero solo essere a casa.

Ci si sveglia insieme, si fa yoga con Raffa, si ascoltano i dischi di Celeste e di Giulia, le storie dei traslochi di Cristina e le parole di Mosè per alzare l’umore. Insomma si fa come si faceva una volta con la radio, si sta tutti insieme per non perdere il filo.

(articolo pubblicato su normanno.com)

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